Sanità, più peso alla nutrizione clinica per abbattere i costi della sanità pubblica

L’80% delle risorse del SSN sono destinate alle malattie croniche, proprio quelle correlate ad uno stato di malnutrizione. Oltre 100 esperti hanno redatto i “Fogli di Roma sulla Nutrizione Clinica”, documento che fotografa la situazione in Italia, indicando gli interventi più urgenti da adottare Malattie croniche e cattiva alimentazione, un legame strettissimo e pericoloso. E molto costoso anche per il Servizio sanitario nazionale.
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“Mancano formazione, informazione e conoscenza anche da parte dei medici: un paradosso se pensiamo che l’80% delle risorse del SSN sono destinate alle malattie croniche, proprio quelle correlate ad uno stato di malnutrizione”, spiega il professor Filippo Rossi Fanelli, presidente onorario della SINuC, la Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo, organizzazione che si occupa di diffondere la cultura della Nutrizione Clinica e del Metabolismo per tutelare la salute della collettività e garantire appropriatezza ed efficacia dei percorsi di cura dei malati acuti e cronici. Per portare al centro dell’attenzione, anche del legislatore, questi temi, a dicembre del 2018 si è svolto il Forum “Nutrendo” i cui risultati, elaborati da oltre 100 esperti, sono stati presenti alla Camera nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato, tra gli altri, Fabiola Bologna (M5s), medico neurologo e componente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e Paola Binetti (FI), medico neuropsichiatra e componente della Commissione igiene e sanità del Senato. Durante l’incontro sono state date le prime prime anticipazioni de “I Fogli di Roma sulla Nutrizione Clinica” un documento che fotografa la situazione della Nutrizione Clinica (NC) in Italia, mappando i bisogni insoddisfatti dei pazienti, individuando le posizioni di società scientifiche, clinici, giornalisti ed industria e proponendo le soluzioni e gli interventi più urgenti da adottare. Tra queste, rendere obbligatorio nei reparti ospedalieri e nelle residenze sanitarie assistenziali, lo screening nutrizionale per i pazienti a rischio al momento del ricovero. E poi formazione universitaria, inserimento della nutrizione clinica nei PDTA delle malattie croniche, introduzione delle terapie nutrizionali nei LEA almeno per alcune categorie di pazienti, a partire dai pazienti oncologici, blocco della chiusura delle U.O di Nutrizione esistenti e creazione di nuove, ecco alcuni degli interventi identificati da tutti gli stakeholders come importanti ed urgenti. Per superare le difficoltà di inquadramento amministrativo degli interventi nutrizionali, la soluzione proposta è quella di integrare la logica dei DRG con quella dell’approccio per percorsi, svincolandola dalla singola prestazione. Dal punto di vista normativo invece è emerso come manchi una legge nazionale sulla nutrizione artificiale domiciliare che permetta una equità di trattamento. Nota dolente a cui si accompagna la necessità di provvedere alla corretta e completa applicazione di leggi e linee di indirizzo esistenti (es. legge Balduzzi 189/2012; linee di indirizzo ministeriali per la ristorazione ospedaliera ed assistenziale; linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici), anche attraverso la proposta di istituire un osservatorio permanente in collaborazione con Agenas. “La nutrizione clinica” spiega Maurizio Muscaritoli, presidente di SINuC e ideatore del Forum Nutrendo “è a tutti gli effetti un’opportunità non ancora sfruttata. Dalla sua implementazione nel campo delle patologie croniche è ormai ampiamente dimostrato come possa derivare un consistente risparmio in termini di costi sanitari, sociali e vite umane. Il Forum Nutrendo promosso dalla SINuC ha gettato le basi per un risorgimento della specialità, nelle nostre intenzioni infatti i Fogli di Roma saranno il punto di partenza per migliorare l’assistenza, renderla razionale, efficace e appropriata.” “Le società scientifiche ed i referenti coinvolti sul tema formazione hanno chiarito la necessità urgente di attivare la formazione universitaria in Nutrizione Clinica, non solo nelle scuole di specializzazione ma anche nei corsi di laurea in medicina e delle professioni sanitarie. Inoltre è emersa in modo consistente l’opportunità di condurre studi di registro che portino evidenze e a identificare buone pratiche, come avvenuto ad esempio per il Protocollo ERAS nel paziente chirurgico.”, ha aggiunto Alessio Molfino, Tesoriere SINuC.

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