La prevenzione delle lesioni da decubito nel paziente mieloleso è un argomento spesso trascurato, l’opinione più diffusa sulle LdD è quella che riguardino esclusivamente il paziente anziano, purtroppo non è così. La mielolesione è una condizione fisica che comporta disabilità grave e permanente nelle persone che ne sono affette, nei casi più gravi può portare alla morte. Purtroppo si è assistito negli ultimi anni ad un aumento dell’incidenza delle lesioni midollari a causa dei sempre più frequenti incidenti stradali, mentre i traumi sul lavoro, le cadute nello sport e gli incidenti domestici rappresentano una percentuale inferiore di casi.
Le fasce d’età riguardano una popolazione compresa in particolare tra i 15 e i 70 anni, prevalentemente maschile, maggiori sono i casi di paraplegia rispetto a quelli di tetraplegia.
Il danno osteoarticolare più frequente associato alla lesione midollare è la frattura vertebrale, seguita dalle fratture/lussazioni e dalle lussazioni semplici, mentre in alcuni casi non è evidente alcun danno a carico della colonna. L’intervento chirurgico dopo una lesione al midollo viene eseguito con finalità di decompressione del midollo stesso e stabilizzazione della colonna. Le lesioni midollari non traumatiche vedono come cause più ricorrenti le neoplasie, i problemi vascolari, degenerativi e infiammatori/infettivi.
Le piaghe da decubito sono spesso da ricollegarsi a problemi di natura vascolare, alle lesioni complete e al ricovero precedente nei reparti di chirurgia. Nella fase acuta la complicanza più frequente è proprio la piaga da decubito, ancor più di quelle respiratorie e urinarie, delle trombosi profonde, dell’embolia polmonare e delle para-osteo-artropatie, le cosiddette POA. Le Unità Spinali (US) rappresentano strutture dedicate esclusivamente alla cura delle mielolesioni, appena dopo la fase acuta: il paziente una volta dimesso dalla US presenta minori complicanze e rientra, nelle maggior parte dei casi, al proprio domicilio.
Pertanto, pur rimanendo critico il problema della fase acuta, che il paziente passerà nei reparti di neurochirurgia, esistono in Italia centri come le US, per una gestione globale e per il trattamento delle complicanze nella mielolesione migliorando in tal modo l’outcome del paziente.
Un inadeguato nursing riabilitativo (negligenza e scarsa attenzione degli operatori) sarà causa dell’insorgenza di lesioni da decubito.
La lesione da decubito si manifesta a carico dei tessuti molli in quelle zone del corpo dove la parte ossea è più prominente a causa di una prolungata e/o eccessiva pressione: questo fenomeno provoca un’alterazione della vascolarizzazione con un’iniziale lesione dei tessuti che può degenerare in una necrosi degli stessi.
L’immobilità del paziente, la scarsa igiene, gli spostamenti scorretti, gli squilibri del metabolismo e la riduzione del trofismo muscolare sono tutti aspetti che facilitano l’insorgenza delle piaghe da decubito. Le zone del corpo maggiormente interessate sono: il padiglione auricolare, la nuca, i gomiti, le scapole, la zona sacrale, i trocanteri, i malleoli e i talloni. Le lesioni da decubito vengono classificate, a seconda della gravità, in I, II, III e IV stadio.
L’aspetto della prevenzione appare quindi basilare: l’uso del materasso antidecubito è indispensabile e, oggigiorno, è disponibile una vasta gamma di essi: ad aria, in fibra cava, in lattice etc.. Quelli ad aria sono i più utilizzati per i loro buoni risultati: sono dotati di compressore e di elementi intercambiabili, che permettono di adattare il materasso al peso di ogni paziente.
Altrettanto importante per la prevenzione delle lesioni da pressione è l’utilizzo dei cuscini antidecubito per l’esecuzione delle posture, sia al letto che in carrozzina. Anche di questi ne esistono di diversi tipi: ad aria, in schiuma, ad acqua, in gel, in microparticelle di polistirolo, in fibra cava siliconata e multistrato. Il processo di nursing della persona mielolesa in fase acuta e sub-acuta prevede quindi obbligatoriamente l’utilizzo di questi ausili, adeguatamente adoperati su indicazione di figure specifiche, quali il fisioterapista ed il terapista occupazionale, al fine di prevenire l’insorgenza delle piaghe da decubito.
La nutrizione è uno dei pilastri fondamentali nella prevenzione e cura delle lesioni da decubito (LDD).
L’integrazione con nutrienti specifici risulta necessaria quando le LDD sono mantenute da fattori circolatori e malattie sistemiche concomitanti.
Il w-care può rappresentare un valido supporto nella gestione dietetica di questo tipo di paziente, sottolineando l’importanza ad un approccio “interno” alle lesioni, avvalendosi di nutrienti specifici capaci di indurre un miglior processo di cicatrizzazione, affiancato ovviamente al trattamento “esterno”. Tornando all’argomento principale, ossia la prevenzione, possiamo considerare il w-care perfetto in tal senso poiché è stato pensato per non sovraccaricare gli organi coinvolti nei processi di cicatrizzazione.